COS’È IL BANCO OTTICO
Il banco ottico è una speciale fotocamera professionale dotata di funzioni particolari che le fotocamere portatili non presentano. È utilizzato dai professionisti di fotografia commerciale, in studio per la realizzazione di still-life di oggetti e in esterno nella fotografia di architettura. Attualmente sono in pochi a servirsene, nell’errata convinzione che possa essere sostituito dai mezzi tecnologici attuali. Pur essendo complesso da utilizzare e pur presentando un peso non indifferente che richiede l’ausilio di un treppiede o di una colonna, i numerosi vantaggi che offre giustificano il suo utilizzo. Purtroppo è poco conosciuto e poco proposto anche nelle scuole di fotografia, tant’è vero che può essere definito uno strumento “in via di estinzione”.
COM’È COMPOSTO
Nel banco ottico sono assenti gli automatismi delle macchine reflex o medio formato, siano esse analogiche o digitali. Presenta varie componenti montate su una rotaia: :
un tubo porta standarte o dei tubi di prolunga aggiuntivi, che determinano l’asse del punto di vista e che possiamo definire il banco ottico vero e proprio;
la standarta anteriore che supporta la piastra porta ottica, alla quale viene applicato l’obiettivo;
la standarta posteriore dove un tempo alloggiava la pellicola piana o in rullo che oggi è stata sostituita dal dorso digitale;
un soffietto a tenuta di luce che collega la parte anteriore con la posteriore;
il vetro smerigliato di messa a fuoco per la pellicola, oggi sostituito dalla visione in remoto dal computer;
dispositivi micrometrici che controllano i movimenti e garantiscono precisione negli spostamenti.
Modificando la geometria della macchina si possono correggere distorsioni prospettiche, migliorare la messa a fuoco o crearne di particolari.
COME FUNZIONA
Il banco ottico si utilizza sia nella fotografia tradizionale che nella fotografia digitale. Prima dell’avvento del digitale lavorava su pellicola (si sostituiva la parte posteriore mantenendo le stesse ottiche); in seguito la pellicola è stata sostituita dal dorso digitale e infatti oggi si parla di banco ottico con dorso digitale.
Nella fotografia tradizionale il banco ottico utilizza pellicole piane. Queste possono essere negative o invertibili e sono disponibili nei formati 10×12 cm, 13×18, 20×25 o superiori (grande formato). Con degli adattatori è possibile usare la pellicola a rullo di medio formato (120 o 220).
Nella fotografia digitale il banco ottico utilizza dorsi digitali con sensori ad alta definizione. I dorsi digitali sono a sensore fisso o ad area.
QUANDO SI UTILIZZA
Il banco ottico con dorso digitale è lo strumento migliore per le riprese statiche in studio e quindi per riprendere soprattutto oggetti o, nel caso di persone, per ottenere risultati particolari. Per effettuare scatti still-life, il banco ottico è preferibile anche alle reflex. Nella realizzazione di still-life, non ha limiti: consente un maggior controllo dei piani di messa a fuoco (è possibile variare l’asse di messa a fuoco in diagonale o su linea inclinata, o mettere a fuoco tutto il campo) permettendo di ottenere più piani di messa a fuoco e tutta una serie di decentramenti e basculaggi impossibili con le Reflex.
Sicuramente per programmare un servizio fotografico bisogna avere le idee chiare e sapere il prima possibile dove si svolgerà. Per capirlo bisogna chiedersi qual è il soggetto (è più adatto ad essere fotografato all’interno o all’esterno? Ha già una sua collocazione fissa o può essere spostato?), qual è il contesto (spazio chiuso o aperto) e che tipo di foto sono previste (si tratta di foto di prodotto per un catalogo o un sito Internet o è prevista una campagna pubblicitaria?). Una volta stabiliti l’obiettivo, il soggetto e il contesto, la scelta di scattare all’interno o all’esterno viene da sé e si può cominciare a preparare lo shooting valutando l’illuminazione più adatta. In base ad essa i risultati possono essere molto diversi.
VANTAGGI E SVANTAGGI
Il banco ottico è più scomodo da utilizzare rispetto ad una macchina fotografica in quanto è più pesante e richiede di essere appoggiato su un treppiede o una colonna. Ciò nonostante, il suo utilizzo è più che giustificato dagli eccellenti risultati che garantisce, impossibili con altre macchine. Il principale vantaggio che offre è un’ampia gamma di movimenti ottenibili modificando l’angolazione e la posizione delle standarte, con dispositivi meccanici o leve di sblocco. Questi sono i basculaggi e i decentramenti.
I basculaggi avvengono quando le standarte si muovono sull’asse verticale e la standarta anteriore viene allineata al soggetto, permettendo una messa a fuoco ottimale senza utilizzare la profondità di campo. Sono molto utili quando si realizzano still-life.
I decentramenti, invece, si ottengono quando le standarte si muovono sull’asse orizzontale e consentono di inquadrare il soggetto evitando la deformazione prospettica. Sono particolarmente utili nella fotografia di architettura perché evitano la deformazione prospettica degli edifici che deriva dall’inclinazione della fotocamera. Per riprendere un edificio con il banco ottico, anziché spostare la macchina, si sposta il piano della pellicola o l’obiettivo.
Se si utilizza una macchina fotografica normale, queste deformazioni possono comunque essere corrette in un secondo momento utilizzando programmi di fotoritocco, ma se si riesce ad evitare di produrle già in fase di ripresa, affidandosi al banco ottico, il risultato è qualitativamente migliore e si evita di compromettere il file.
I MIGLIORI SUL MERCATO
I migliori studi di fotografia commerciale utilizzano il banco ottico. In Studio Urnato, ad esempio, è il cavallo di battaglia. Viene usato il marchio svizzero SINAR, il top sul mercato, che consente piani di messa a fuoco, decentramenti e basculaggi impossibili con le reflex. Sul mercato sono disponibili numerosi dorsi digitali che variano di definizione. Studio Urnato si affida al marchio danese PHASE ONE da cinquanta milioni di pixel, considerato il migliore sul mercato.
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