Cos’è e che vantaggi comporta
Con l’espressione “fotografia commerciale” si intende quel tipo di fotografia che viene richiesto e utilizzato da un’azienda per scopi commerciali. Più precisamente ci si riferisce alla realizzazione di scatti destinati a brochure, depliant, leaflet, materiale di vario tipo che un’azienda usa per presentare e descrivere un prodotto o un servizio, per evidenziarne i punti di forza e le modalità d’uso o per pubblicizzarlo con i mezzi a disposizione.
La fotografia commerciale è alla base del successo di una strategia comunicativa aziendale. Dalla realizzazione di immagini corporate alla documentazione di alcune fasi produttive fino alla pubblicità, la fotografia può aiutare un’azienda a raccontare al meglio se stessa, il proprio prodotto o servizio.
Per ottenere gli scatti, l’azienda può rivolgersi direttamente ad un fotografo commerciale o fotografo pubblicitario oppure affidarsi ad un’agenzia pubblicitaria affinché faccia da tramite. Nel secondo caso, in genere partecipano al servizio fotografico sia una rappresentanza dell’azienda (ad esempio il direttore marketing) che dell’agenzia pubblicitaria (solitamente l’art director).
Le immagini realizzate possono essere stampate, pubblicate o trasmesse attraverso i media digitali. Ogni servizio fotografico viene pensato ad hoc in base al mezzo o canale di comunicazione al quale è destinato: materiale corporate cartaceo, campagne stampa o web, stand fieristici, canali social.
In quali settori è utilizzata
La fotografia commerciale è utilizzata e richiesta in più settori come ad esempio nel settore food, nel settore industriale, nella moda, in architettura, nell’e-commerce e ovunque ci sia la creazione o la commercializzazione di prodotti o servizi.
Spesso prevede la realizzazione di still life, cioè la rappresentazione di oggetti inanimati con immagini realizzate in studio in assenza del contesto e dell’elemento umano. Lo still life viene utilizzato soprattutto nel settore industriale, nel food e spesso anche nella moda (still life di gioielli, still life di accessori, still life di prodotti). Nella realizzazione di still life, giocano un ruolo fondamentale la preparazione, le competenze e l’attrezzatura del fotografo. Un oggetto di per sé “banale”, estrapolato dal contesto o allontanato dall’elemento umano, deve catturare l’attenzione di chi lo osserva per la semplice bellezza o perfezione della fotografia che lo ha immortalato. La luce, il colore, l’inquadratura e il taglio della fotografia commerciale vanno studiati nel minimo dettaglio. La post-produzione gioca un ruolo fondamentale perché l’oggetto in questione deve essere perfetto, anche quando in fase di ripresa si dispone solamente di un prototipo.
Nel settore food si usa molto spesso la fotografia still life. Durante il servizio fotografico per la realizzazione di fotografia di cibo, oltre al fotografo e all’assistente fotografo, ci si avvale spesso di professionisti esterni specifici. Tra questi ci sono il food stylist (o home economist) e l’art buyer che collaborano con il fotografo commerciale professionista consentendogli di raggiungere il risultato promesso al cliente nelle modalità e nei tempi previsti. Il food stylist è il professionista che prepara il cibo per gli scatti fotografici. Il food stylist si occupa di scegliere gli ingredienti più adatti e di disporli nella maniera più corretta per l’operatore. Un bravo food stylist deve saper tradurre le sensazioni gustative e olfattive di un piatto reale in un qualcosa che sia fruibile attraverso uno scatto fotografico e che si mantenga inalterato per la durata del servizio fotografico. Deve saper prefigurarsi l’immagine prima dello scatto e conoscere bene i tempi di scatto e di ripresa. Al fianco del fotografo, nella fotografia food, c’è l’art buyer che si occupa del reperimento degli oggetti e di tutto ciò che è necessario per l’ambientazione e la realizzazione del servizio fotografico.
Un altro settore in cui è richiesta la fotografia commerciale è quello industriale. Per realizzare una buona fotografia industriale sono richieste grande padronanza della tecnica, consapevolezza dei mezzi, abilità esecutiva. Anche nel settore industriale possono essere richieste fotografie still life. Un fotografo commerciale professionista sa ritrarre qualsiasi oggetto facendolo apparire unico ed eccezionale. Il fotografo commerciale realizza gli scatti pensando già a dove saranno inseriti o pubblicati.
Nel settore moda sono richieste sia fotografie still life che fotografie di abiti e accessori indossati. È un ambito molto interessante perché il fotografo può spaziare in quanto a soggetto, ambientazione, illuminazione… Nei servizi fotografici di prodotti indossati, accanto al fotografo in genere sono presenti lo stylist per la scelta di abiti e accessori, il make-up artist per il trucco, l’hair stylist per lo studio e la realizzazione dell’acconciatura. Insieme provano i vari look, sperimentano diversi effetti di make-up e acconciature fino ad ottenere il risultato più adatto allo scopo del servizio fotografico.
La fotografia di moda o fotografia fashion rientra nel genere fotografico ritrattistico e consiste nel ritrarre e valorizzare capi di abbigliamento, accessori e oggettistica legati alla moda. È utilizzata per campagne pubblicitarie e servizi nelle riviste fashion. Nella fotografia di moda rientrano gli scatti still life fashion che ritraggono capi di moda non indossati, quindi senza modella, o al massimo indossati da un manichino. L’imaging moda può essere divisa in: imaging da ritratto tradizionale statica e imaging da passerella (sfilata) dinamica. Nel primo caso il modello è immobile, nel secondo il modello si muove lungo la passerella e quindi servono delle accortezze per riprendere al meglio la dinamicità. Nel caso del ritratto statico, il fotografo può suggerire al modello diverse pose.
La fotografia d’ambiente o fotografia d’interni richiede di creare rappresentazioni interessanti e dinamiche di spazi abitativi chiusi, a volte ridotti. Per avere buoni risultati occorre fare molta attenzione allo spazio, studiarne i dettagli, valorizzare l’illuminazione. Bisogna valutare bene quale strumenti portare con sé perché spesso si opera in ambienti piccoli e lavorare con un’attrezzatura ingombrante non è semplice.
Una fotografia può essere scattata in interno o in esterno. In entrambi i casi, alla base di un buono scatto c’è lo studio della luce. Il termine fotografia può essere tradotto con “scrivere con la luce” in quanto deriva dall’unione di due parole greche, foto (phos) e grafia (graphis). Prima di realizzare una fotografia bisogna sempre ragionare sulle condizioni di luce più appropriate. Nel caso della fotografia di architettura la luce e il punto di vista sono determinanti. Un edificio risulta in modo completamente diverso se fotografato all’alba o al tramonto. Per raffigurarlo può essere necessario scattare in diversi orari del giorno affiché ogni facciata venga ripresa con la luminosità più corretta. Anche il punto di vista è fondamentale: l’immagine dell’edificio è diversa a venti centimetri o a un metro e mezzo da terra. Anche nella fotografia di architettura, un’altra variabile che consente di riconoscere una foto realizzata da un professionista è la creatività. Un bravo fotografo interpreta quello che vede con una sua chiave di lettura e, tramite le sue fotografie, riesce a proporla a chi le osserva.
Un settore in crescita nel quale la fotografia commerciale è sicuramente necessaria è l’e-commerce. Al giorno d’oggi quasi tutte le aziende vendono anche on-line e per farlo creano un sito e-commerce o vi dedicano una sezione del loro sito. La fotografia per l’e-commerce rappresenta in un certo senso una categoria a sé stante e richiede quasi esclusivamente still life. Anche in questo caso, uno studio accurato dell’inquadratura e dell’illuminazione è necessario per garantire la buona riuscita di uno scatto.
Perché la fotografia commerciale?
Il potere simbolico della fotografia
Per poter capire il ruolo fondamentale della fotografia nel settore commerciale e pubblicitario occorre fare una breve riflessione sul potere simbolico della fotografia e sulla sua importanza nelle modalità di consumo tipiche della nostra epoca.
Verso la fine del Novecento si è sviluppata un’ampia riflessione tra Stati Uniti ed Europa sul carattere di indice della fotografia, e quindi sulla sua connessione rappresentativa ed esistenziale con l’oggetto fotografato. Questa considerazione fa riferimento alla tripartizione dei segni in icone, indici e simboli formulata dal filosofo statunitense Charles S. Peirce. Approfondisci il pensiero di Pierce.
Essendo la fotografia indice di qualcosa, ma non la cosa stessa (in altre parole, indica una realtà che però non c’è) è nello stesso tempo una pseudo presenza e l’indicazione di un’assenza. Questo fa nascere in chi la osserva un senso di mancanza. Ne deriva che la fotografia ha il potere di far pensare intensamente a qualcosa e di scatenare delle emozioni legate a quell’oggetto. Ecco perché una buona fotografia commerciale può riuscire, mediante la sola rappresentazione di un prodotto, a farlo desiderare.
Il potere della fotografia nella società dei consumi
La fotografia rappresenta un’arma efficacissima nella società postmoderna o società dei consumi, nella quale il consumo occupa una posizione centrale e l’obiettivo principale di aziende e società che operano nei settori più disparati è interessare e attrarre il consumatore per far fronte alla concorrenza. Gli studi più attuali danno come ormai superata l’idea di un consumatore alienato, vittima di un sistema globalizzato pressante, sommerso da una quantità infinita di stimoli, da attirare producendo bisogni più che merci. I bisogni sono stati soppiantati dai desideri che, a loro volta, hanno lasciato spazio alle esperienze. Il consumo ha assunto dapprima un valore simbolico (gli oggetti vengono investiti di significati a seconda dei contesti in cui sono inseriti e dei riferimenti che il soggetto utilizza per attribuirgli significato) e, in seguito, esperienziale (perché rappresenta un’esperienza). Per attirare il consumatore d’oggi occorre creare esperienza, coinvolgendolo emotivamente e sensorialmente in una mobilitazione globale dei sensi. Nella cosiddetta “area esperienziale del consumatore”, al fianco della ragione agiscono emozioni e sentimenti.
Partendo da questa rapida riflessione sulle modalità di consumo della nostra società, si può comprendere quanto l’immagine fotografica sia fondamentale per coinvolgere il consumatore. Qualsiasi cosa essa rappresenti (un edificio, un ambiente, un cibo, un abito o un gioiello, un capo indossato o uno still life), la fotografia, se ben studiata nella luce, nel colore, nell’inquadratura e nella prospettiva, ha la capacità di creare emozioni, toccare corde profonde, far tornare a galla ricordi dimenticati, accendere desideri, provocare un forte senso di immedesimazione.
In una società nella quale la fretta fa da padrona e l’imperativo dominante è “carpe diem”, la fotografia aiuta a bloccare l’attimo fuggente, a possederlo e a trattenerlo a piacere. Non solo, consente anche di rappresentare la realtà come la desideriamo, migliorandola e idealizzandola. La fotografia riesce a lavorare sulle emozioni, facendo sorgere desideri e invogliando a vivere l’esperienza che propone. Se studiata e realizzata da un professionista che, oltre ad avere una grande padronanza della tecnica conosce bene questi meccanismi di persuasione, la fotografia può essere davvero efficace.
Un’immagine vale più di mille parole
Spesso si dice che un’immagine vale più di mille parole (frase di volta in volta attribuita a Confucio o a Mao Tse-tung) e questo concetto è sicuramente confermato dalla nostra esperienza quotidiana (basti pensare a quanto la televisione, fin dalla sua nascita, abbia rivoluzionato il nostro modo di vivere), ma è anche supportata da studi scientifici. Innanzitutto un’immagine è più immediata di un testo. L’uomo elabora l’informazione visiva 60.000 volte più velocemente rispetto all’informazione scritta. Una persona trattiene l’80% di quello che vede, il 20% di quello che legge ed il 10% di quello che sente.
Il potere della fotografia nella società dei consumi
La fotografia rappresenta un’arma efficacissima nella società postmoderna o società dei consumi, nella quale il consumo occupa una posizione centrale e l’obiettivo principale di aziende e società che operano nei settori più disparati è interessare e attrarre il consumatore per far fronte alla concorrenza. Gli studi più attuali danno come ormai superata l’idea di un consumatore alienato, vittima di un sistema globalizzato pressante, sommerso da una quantità infinita di stimoli, da attirare producendo bisogni più che merci. I bisogni sono stati soppiantati dai desideri che, a loro volta, hanno lasciato spazio alle esperienze. Il consumo ha assunto dapprima un valore simbolico (gli oggetti vengono investiti di significati a seconda dei contesti in cui sono inseriti e dei riferimenti che il soggetto utilizza per attribuirgli significato) e, in seguito, esperienziale (perché rappresenta un’esperienza). Per attirare il consumatore d’oggi occorre creare esperienza, coinvolgendolo emotivamente e sensorialmente in una mobilitazione globale dei sensi. Nella cosiddetta “area esperienziale del consumatore”, al fianco della ragione agiscono emozioni e sentimenti.
Partendo da questa rapida riflessione sulle modalità di consumo della nostra società, si può comprendere quanto l’immagine fotografica sia fondamentale per coinvolgere il consumatore. Qualsiasi cosa essa rappresenti (un edificio, un ambiente, un cibo, un abito o un gioiello, un capo indossato o uno still life), la fotografia, se ben studiata nella luce, nel colore, nell’inquadratura e nella prospettiva, ha la capacità di creare emozioni, toccare corde profonde, far tornare a galla ricordi dimenticati, accendere desideri, provocare un forte senso di immedesimazione.
In una società nella quale la fretta fa da padrona e l’imperativo dominante è “carpe diem”, la fotografia aiuta a bloccare l’attimo fuggente, a possederlo e a trattenerlo a piacere. Non solo, consente anche di rappresentare la realtà come la desideriamo, migliorandola e idealizzandola. La fotografia riesce a lavorare sulle emozioni, facendo sorgere desideri e invogliando a vivere l’esperienza che propone. Se studiata e realizzata da un professionista che, oltre ad avere una grande padronanza della tecnica conosce bene questi meccanismi di persuasione, la fotografia può essere davvero efficace.
Un’immagine vale più di mille parole
Spesso si dice che un’immagine vale più di mille parole (frase di volta in volta attribuita a Confucio o a Mao Tse-tung) e questo concetto è sicuramente confermato dalla nostra esperienza quotidiana (basti pensare a quanto la televisione, fin dalla sua nascita, abbia rivoluzionato il nostro modo di vivere), ma è anche supportata da studi scientifici. Innanzitutto un’immagine è più immediata di un testo. L’uomo elabora l’informazione visiva 60.000 volte più velocemente rispetto all’informazione scritta. Una persona trattiene l’80% di quello che vede, il 20% di quello che legge ed il 10% di quello che sente.
Uno studio svolto dalla Victoria University, a Wellington, in Nuova Zelanda, e dalla Kwantlen Polytechnic University, in Canada, pubblicato nel 2012 su Le Scienze) ha dimostrato che la percezione di credibilità di un’affermazione aumenta in presenza di immagini o di informazioni aggiuntive, anche se queste non forniscono alcuna prova della veridicità dell’affermazione stessa. I ricercatori hanno testato alcune dichiarazioni che annunciavano la morte di un personaggio famoso e hanno osservato che, se il testo era accompagnato da una foto della celebrità in questione, i soggetti percepivano il messaggio come più credibile, sebbene la foto mostrasse la celebrità ancora in vita e quindi non fornisse alcun elemento che potesse testimoniare la veridicità del testo. In un altro esperimento, la frase “le tartarughe sono sorde” è stata giudicata veritiera più spesso se accompagnata dalla foto di una tartaruga, benché la foto non dimostrasse affatto l’incapacità uditiva dell’animale. In conclusione, le informazioni possono essere rese più credibili dalla presenza d’immagini, anche nel caso in cui queste ultime siano irrilevanti. Chiaramente, se le fotografie supportano realmente i contenuti, è ancora meglio. Una campagna stampa non potrebbe esistere, e soprattutto funzionare (tranne in alcuni casi particolarmente creativi), se non accompagnata da una fotografia.
Le immagini fotografiche hanno il potere di farci provare delle sensazioni e di legarci ad esse: una fotografia di cibo ci fa assaporare una determinata pietanza, una fotografia di architettura ci teletrasporta in un luogo sconosciuto, una fotografia di moda ci fa immaginare con addosso quell’abito, lo still life di un gioiello ci fa sentire impreziositi da quell’oggetto, l’immagine di un profumo ci dà la sensazione di annusarlo. La forza delle immagini è che, a differenza delle parole, sono immediate e non necessitano di traduzione. Parlano un linguaggio universale, comprensibile a tutti, indipendentemente dalla lingua, dall’età, dal grado di istruzione. Non è un caso se la fotografia è stata definita l’ottava arte. Leggi il post sul dibattito se la fotografia sia o meno un’arte.
L’immagine è necessaria per presentare un prodotto o un servizio, è il primo e il più importante biglietto da visita. Nessuno al giorno d’oggi comprerebbe un prodotto o un servizio che non si presenti bene. Questo spiega la necessità di fotografie commerciali professionali per la comunicazione cartacea (realizzazione di cataloghi, brochure e quant’altro), per la pubblicità sulla stampa e via web (campagne pubblicitarie), per il proprio sito, per l’e-commerce, per i social network. Nel mondo dei social media, un post accompagnato da un’immagine ha il 94% in più di visualizzazioni rispetto ad un semplice testo e viene condiviso 40 volte in più.
La fotografia commerciale è fondamentale per vendere un prodotto, a livello descrittivo e a livello emozionale. A livello descrittivo la fotografia commerciale consente di mostrarlo bene nel dettaglio, di presentarlo inserito nel suo contesto, di farne comprendere l’utilizzo. A livello emozionale, la fotografia commerciale riesce a destare interesse nei confronti di quel prodotto emozionando, esprimendone l’unicità o la straordinarietà. Ha la capacità di risvegliare il desiderio, di suscitare la voglia di averlo o di farne esperienza.
Parte fondamentale del lavoro di un fotografo commerciale è lo shooting fotografico. Vediamo come si svolge nel dettaglio, se eseguito da un professionista.
2.1 Preventivo e organizzazione
Come si arriva al preventivo?
Inizialmente avviene il dialogo tra fotografo commerciale e cliente che può svolgersi telefonicamente o vis-à-vis. In questa prima fase si ascoltano le richieste del cliente, si definiscono le scadenze, si individuano le fasi di lavoro, si valuta quali professionisti dovranno intervenire (eventuali art buyer, home economist, stylist, make up artist), si considera l’eventuale necessità di modelli e si ipotizzano possibili location quando lo shooting non si svolge nello studio fotografico, si fissano eventuali sopralluoghi.
Per organizzare gli shooting più complessi possono essere utili vari incontri con il cliente e numerosi sopralluoghi. I dettagli sono importantissimi. Soprattutto quando i protagonisti dello shooting sono fuori del comune. Leggi il racconto dello shooting realizzato presso Studio Urnato che ha avuto per modelli cinque cavalli. “Portare dei cavalli in studio non è semplice e tutto deve essere programmato per tempo, nei minimi dettagli, a tavolino”. Nulla può essere lasciato al caso, soprattutto quando la location è “alternativa”. Leggi il racconto dello shooting realizzato in aperta campagna. “Quando abbiamo realizzato un servizio fotografico in un prato, è stato necessario prevedere di avere a disposizione la corrente elettrica. Per questo abbiamo chiesto per tempo la collaborazione di un elettricista che è stato presente durante lo shooting”. Occorre pensare anche all’imprevisto. Leggi il racconto di….
Pensare a tutto prima serve ad ottimizzare i tempi ed è garanzia di buona riuscita del lavoro. Questo comporta un notevole risparmio anche dal punto di vista economico, rispetto a dover intervenire per far fronte all’emergenza.
Un fotografo professionista, per gestire tutto senza sorprese, inserisce nel preventivo anche eventuali voci non preventivabili. Può essere necessario preparare a parte una previsione di spesa relativa alla post-produzione. Quando si ipotizzano gli scatti necessari, bisogna capire quando convenga effettuare uno shooting e quando invece sia preferibile optare per un render. In alcuni casi è possibile fotografare tutto dal vero durante il servizio fotografico, in altri casi conviene aggiungere degli elementi in post-produzione. Vedi come funziona la post-produzione.
Una volta approvato il preventivo e raggiunto un accordo con il cliente sulla pianificazione del servizio fotografico, si passa allo shooting vero e proprio.
2.2 Shooting
Che lo shooting avvenga in interno o in esterno, il cliente è sempre libero di andare a vedere il set e di essere presente durante il servizio fotografico. Anzi, la sua partecipazione allo shooting è auspicabile perché capisca che tipo di lavoro c’è dietro una buona fotografia, si confronti con il fotografo sulle eventuali problematiche che possono insorgere durante il servizio e valuti gli scatti in fase di ripresa anziché a posteriori. Ecco un caso in cui il coinvolgimento del cliente sul set del fotografo commerciale Riccardo Urnato ha fatto la differenza.
Chi è presente sul set?
Sul set sono sempre presenti il fotografo e l’assistente fotografo. Eventuali collaboratori sono di volta in volta scelti in base al tipo di servizio fotografico. Nella fotografia di moda, oltre a uno o più modelli, in genere intervengono anche stylist, make-up artist e hair stylist, che si occupano della scelta degli abiti e degli accessori, del trucco e dell’acconciatura. Durante lo shooting di moda, per ottenere risultati eccellenti il fotografo deve riuscire ad instaurare un clima sereno e creare feeling con i modelli, per fare in modo che si comportino con naturalezza.
Se si tratta di fotografia di food (fotografia di cibo), molto spesso sono presenti sul set art buyer e food stylist (detto anche home economist) per la scelta e la preparazione del cibo. Il primo si occupa di procurare il cibo ed eventuali materiali. Il secondo fa in modo che il prodotto o la pietanza si presentino al meglio e si mantengano perfetti per l’intera durata del servizio fotografico. Se si cucina direttamente sul set, partecipa al servizio anche un cuoco. Questi collaboratori sono fondamentali per la buona riuscita dello shooting perché consentono al fotografo di concentrarsi sul suo lavoro ottenendo la miglior resa fotografica possibile. Leggi il racconto di un servizio fotografico food.
Cosa consente di scattare una fotografia commerciale di qualità?
Dando per scontate le capacità, le conoscenze e l’esperienza che deve obbligatoriamente possedere un fotografo professionista, c’è un altro requisito fondamentale, necessario a produrre una buona fotografia commerciale: disporre dell’attrezzatura giusta. È certamente vero che la fotografia non la fa l’attrezzatura, ma l’occhio del fotografo, e che una foto priva di contenuto non sarà mai una buona fotografia. È altrettanto certo, però, che per un fotografo commerciale professionista produrre foto di qualità eccellente è una prerogativa irrinunciabile e quindi l’attrezzatura conta.
A tal proposito è interessante il parere del fotografo commerciale Riccardo Urnato:
Nel tempo c’è stata una grande trasformazione per quel che riguarda l’attrezzatura e il modo di lavorare, ma quello che più conta non è cambiato nel corso degli anni ed è la professionalità. Per garantire un buon risultato è fondamentale.
Quando si valuta l’attrezzatura per uno shooting bisogna considerare tutta una serie di fattori: dove si svolge, le condizioni meteorologiche e l’eventuale scomodità della location (nel caso di riprese all’aperto), che tipo di luce è presente, quali sono i soggetti.
Come scegliere la macchina fotografica: DSLR, medio formato o banco ottico?
Che macchina fotografica scegliere? Non c’è una risposta valida per tutti. La scelta dipende da molti fattori: la disponibilità economica, la capacità di utilizzarla, la conoscenza di quello che offre il mercato, l’utilizzo che se ne intende fare. È quindi preferibile valutare caso per caso.
Per le riprese in esterno o per le riprese in interno non statiche (e quindi con persone presenti, ad esempio negli indossati) vanno bene le reflex digitali SLR. Nel caso di Studio Urnato si lavora con delle reflex DSLR di marchio Nikon. Sono le macchine più versatili. Riccardo Urnato le usa prevalentemente in esterno o in interno per indossati e ritratti di persone. Sono utilizzabili con una quindicina di ottiche e raggiungono la risoluzione di 45 milioni di pixel.
Per le riprese statiche in studio, soprattutto per la realizzazione di still life, lo strumento migliore è sicuramente il banco ottico con dorso digitale. Pur essendo complesso da adoperare e utilizzabile solo in appoggio su cavalletto treppiede o su colonna, offre dei risultati così eccellenti da giustificare il suo utilizzo. Nella realizzazione di still life il banco ottico non ha limiti. Consente un maggior controllo dei piani di messa a fuoco (è possibile variare l’asse di messa a fuoco in diagonale o su linea inclinata, o mettere a fuoco tutto il campo) permettendo di ottenere più piani di messa a fuoco e tutta una serie di decentramenti e basculaggi che con le reflex non si possono ottenere. Non sono in molti ad utilizzarlo. Nel caso di Studio Urnato, gran parte del lavoro all’interno viene svolto con il banco ottico. “È il nostro cavallo di battaglia. Abbiamo scelto il marchio svizzero Sinar, il top sul mercato”, spiega Riccardo Urnato. Prima dell’avvento del digitale, funzionava su pellicola, ora invece si utilizza il banco ottico con dorso digitale, il successore della pellicola. Attualmente Studio Urnato utilizza un dorso da cinquanta milioni di pixel del marchio danese Phase One, scelto perché considerato il migliore sul mercato. Scopri come funziona il banco ottico.
Tra le Reflex DSLR e il banco ottico ci sono le macchine medio formato. Il medio formato con sensore interno e dorso digitale (volendo lo si può applicare utilizzando un adattatore specifico) consente di raggiungere degli ottimi risultati, paragonabili a quelli ottenibili con il banco ottico per resa qualitativa del file, ma con funzioni più limitate. Le medio formato, rispetto alle DSLR, sono meno maneggevoli e hanno una serie di ottiche più limitata. Riccardo Urnato, ad esempio, ha abbandonato il medio formato quando è migliorata la risoluzione delle DSLR disponibili sul mercato e ha optato per un maggior parco ottiche per poter avere la massima possibilità di espressione.
L’illuminazione sul set: luce flash o continua alogena?
In fotografia, la luce è la variabile fondamentale. Dovendo riprendere un prodotto, l’illuminazione va ad influire non solo sulla resa dei dettagli, ma anche sulle emozioni che il prodotto può trasmettere. Ancor più nel caso di una persona: per catturarla nella sua espressione migliore (o in quella desiderata), la luce corretta è il punto di partenza di una buona foto.
Per scegliere il tipo di illuminazione, la prima considerazione da fare è capire se il servizio fotografico si svolgerà all’esterno o all’interno. Nel primo caso la scelta ricadrà sicuramente sulla luce flash. Nel secondo, invece, è possibile scegliere se utilizzare la luce flash o la luce continua alogena.
La continua alogena si utilizza esclusivamente in interno perché non è compatibile con la luce solare. Il motivo è semplice: la temperatura di colore della luce è misurata in gradi Kelvin. Mediamente la luce solare diurna, classificata come “luce naturale”, è di 5000 – 5500 K, come il flash; la continua, invece, lavora sui 3200 K.
Queste due tipologie di illuminazione hanno funzioni diverse. La luce flash consente di lavorare bene con le persone evitando gli effetti del mosso; la continua alogena, invece, non è adatta (a parte del caso dei bank aerei di cui si parlerà in seguito). Se invece si vuole ottenere una scia di movimento, è preferibile scegliere la continua, perché il flash tende a bloccare il soggetto.
In linea di massima possiamo dire che la luce flash è più versatile e si adatta bene sia in interno che in esterno, con soggetti fermi o in movimento. Richiede però maggiori investimenti ed è più difficile da controllare in quanto produce degli scatti di luce e non una luce, appunto, continua. In studio, comunque, si possono adottare degli accorgimenti per facilitare il lavoro con il flash, come la “luce pilota” che indica la direzione del flash.
Il fotografo Riccardo Urnato utilizza quasi esclusivamente la luce flash, sia in studio che in location, aziende o ambienti. “Per illuminazione e flash ci affidiamo al marchio Broncolor, leader nel settore. Disponiamo di un’attrezzatura completa e all’avanguardia, con generatori, torce e svariati accessori come bank, spot, nidi d’ape, satelliti di luce”, spiega Urnato.
Cosa sono i bank aerei?
Se lo shooting si svolge in studio, si possono utilizzare i bank aerei, un sistema di luci che viaggia su carroponte e che consente di lavorare nella globalità della sala posa. Nessun’altra fonte di luce permette di ottenere quello che offrono i bank aerei. Tutte le luci sono programmabili e gestite di decimo in decimo.
Presso Studio Urnato ne sono presenti due montati su carroponte. Misurano tre metri per un metro e mezzo ciascuno e possono essere uniti per creare un’unica fonte luce di sei metri per un metro e mezzo con doppio sistema di luce (luce continua alogena e flash). Il fotografo Riccardo Urnato gestisce completamente il controllo delle luci, tramite computer e telecomando.
“Pochi in Italia hanno uno strumento simile. Gestisco tutto tramite telecomando, posso scegliere tra numerosissime posizioni. I due bank arrivano a 16000 watt come punto massimo di luce. Abbiamo fatto montare anche la luce flash che lavora con 6400 watt”, spiega Riccardo Urnato. In studio utilizza un banco ottico Sinar con Dorso Phase One e ottiche digitali dedicate. “Un’attrezzatura di qualità distingue un professionista da un dilettante. Quel che c’è sul mercato di ultima tecnologia, noi ce l’abbiamo”.
Fotografo e aiuto fotografo si recano abitualmente alle principali fiere del settore per essere sempre aggiornati sulle ultime novità. Leggi l’opinione di Riccardo Urnato sull’ultima fiera che ha visitato.
Uno dei principali motivi per cui scegliere un fotografo che disponga di un’attrezzatura di ultima generazione è quello di ottenere la massima qualità ottimizzando i tempi di lavorazione. Una fotografia scattata a dovere, infatti, accorcia i tempi necessari per la post-produzione che di solito è un processo piuttosto costoso. “Essere sempre aggiornati e all’avanguardia ci permette di garantire risultati decisamente sopra gli standard. Siamo in due in sala posa, ma con l’attrezzatura che abbiamo possiamo fare molto di più”, è il commento di Urnato.